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Sui benefici dell’attività fisica si è detto e scritto molto, ormai è parte del senso comune di tutti che fare movimento faccia bene e ci renda più efficienti non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Sono noti a tutti gli effetti positivi dei neurotrasmettitori stimolati dall’esercizio fisico sul tono dell’umore: si parte “spompati” prima di allenarsi ma non appena terminata la sessione, anche dopo un’estenuante giornata di lavoro, ci si sente come se le nostre energie si fossero ricaricate.

Studiosi e terapeuti dell’ultima era stanno cercando di spingersi ancora un po’ più in là, cercando di creare un collegamento ancora più stretto e reale tra benessere e attività fisica e a tal proposito vorrei condividere una riflessione maturata nel tempo, allenando quotidianamente molte persone diverse fra loro per età,abitudini,stile di vita e quant’altro.

Discipline di ultima generazione come Tacfit,Crossfit e similari hanno straordinari benefici, non solo nel rilascio fisiologico di sostanze in modo naturale da parte del nostro organismo, ma anche e soprattutto nell’acquisizione di una maggiore consapevolezza riguardo a noi stessi, ai nostri schemi di pensiero, emozioni e motivazioni.

Il punto focale è questo: se riesco a superare quei 20 minuti di intensa fatica come può essere talvolta una sessione di Tacfit o di allenamento ad alta intensità, dove aumento la complessità dei movimenti o il peso di kettlebell,clubbell e quant’altro,riuscendo addirittura a sentirmi bene dopo averlo fatto, più energico, sorridente e leggero, allora perché non posso farlo anche nella vita quotidiana dove il “peso” è dato dai problemi e dallo stress?

Quali sono gli schemi che entrano in gioco durante l’allenamento che mi permettono di andare oltre, di gettare il cuore oltre l’ostacolo e quelli che invece mi portano alla paura di fallire, a procrastinare o a evitare le difficoltà ?

Come posso portare nelle mia vita quotidiana ricca di problemi e pensieri negativi questo stato di benessere e perfetto allineamento fra mente e corpo ?

Averne consapevolezza è il primo passo per poterli fronteggiare e utilizzare a nostro favore l’esperienza acquisita nel “box” anche al di fuori della palestra.

Lo sport è da sempre la metafora della vita ed ecco che queste nuove discipline svolgono un importante ruolo nell’ aumentare la consapevolezza di noi stessi, di come funzioniamo, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico;approcciarsi all’allenamento ad alta intensità con i soliti schemi che applichiamo nelle quotidianità ci consente di poter accedere ad una parte sconosciuta di noi stessi e,facendo tesoro a livello emozionale di queste esperienze,possiamo avere a disposizione più strumenti per poter affrontare la nostra vita sempre più frenetica, stressante, colma di ansie ed incertezze.

Ecco quindi che l’allenamento diventa utile per poter prestare attenzione ad ogni elemento della vita quotidiana che possa darci sollievo da tali stati di costante angoscia,costituendo un elemento di prevenzione ed evoluzione personale verso uno stato emotivo in cui,da un’eccessiva focalizzazione alla prestazione,richiesta da altri o molto più spesso da noi stessi,si riesca a concentrarsi sul motivo per cui ci piace cio’ che stiamo facendo adesso,sul fatto che stiamo migliorando le nostre capacità,che stiamo apprendendo nuovi gesti e che progrediamo di giorno in giorno,di allenamento in allenamento.

L’obiettivo ?

No,non è la prestazione ma quel momento stesso in cui mi sto allenando,quelle sensazioni,l’apprendimento psicologico di quel “me stesso” in quei 20 minuti,schema che porterò fuori dalla palestra per il me stesso evoluto.

Ecco quindi che procrastinare l’allenamento con le scuse più o meno banali non è più una valida alternativa in confronto alla sensazione di benessere mentale instaurata da questo nuovo nuovo meccanismo mentale fino a quel momento sconosciuto.

Una maggiore consapevolezza delle risorse personali,ottenuta grazie a questo tipo di attività,che consenta di fronteggiare le difficoltà concentrandosi sul momento presente,sui nostri stati interni e metterli in relazione con gli altri per cercare un nuovo benessere.

QUI e ORA.

Concentrarsi sul presente senza rimanere intrappolati nella rete quotidiana dei nostri pensieri più o meno negativi,condividendo questa esperienza con altre persone che in quel momento stanno vivendo esattamente gli stessi 20 minuti “terapeutici”,stimola la collaborazione e l’interazione fra le persone e puo’ portare alla luce molto di più di quanto si sappia di noi stessi.

Viene dunque da porsi una domanda:con queste discipline siamo forse di fronte ad un nuovo tipo di palestra che va ben oltre la semplice attività fisica e si muove verso una concezione più sportiva e terapeutica ?